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DonaMisteri di Vienna “Paracelso e il Diavolo”
Secondo articolo della città di Vienna, e dopo quello della scorsa settimana proseguiamo con un racconto riguardante il nostro cattivone preferito: il diavolo, Satana, Lucifero, Belzebù, Baal o come preferite chiamarlo.
Era il 1510 quando Teofrasto Paracelso, il famoso medico e alchimista svizzero, andò a vivere a Vienna per studiare medicina. Egli era solito camminare nella foresta per raccogliere qualsivoglia tipo di pianta o di erba. Un giorno, però, mentre stava tornando, decise di riposare un attimo, e trovò refrigerio sotto l’ombra di un enorme pino (Cappuccetto Rosso non era ancora apparsa a insegnare a tutti che non ci si deve mai fermare nel bosco).
All’improvviso udì un lamento straziante “Aiuto, aiutatemi!”
Paracelso saltò in piedi, si guardò attorno, ma non vide nessuno. “Come posso aiutarti se non posso neppure vederti?” Chiese l’uomo, “Dove sei? E soprattutto: chi sei?”
“Sono il diavolo” rispose la voce, “un esorcista mi ha confinato in un buco all’interno di quest’albero. Non posso uscire! Liberami, liberami! Non voglio rimanere qui dentro un altro minuto!”
“Per conto mio puoi rimanere lì dentro per sempre, perlomeno, in questo modo, non potrai più far danno alcuno.” disse Paracelso.
“Liberami! Liberami e ti darò tutto ciò che domandi; esaudirò ogni tuo desiderio e non dovrai neppure darmi in cambio la tua anima!” implorò il diavolo.
Paracelso soppesò la proposta del diavolo e rispose, “ascolta cosa chiedo. Voglio un farmaco in grado di curare qualsiasi malattia; e voglio, inoltre, una tintura che possa trasformare tutto ciò che desidero in oro.”
“I tuoi desideri saranno esauditi.”
Con questa promessa, Paracelso prese a liberare il diavolo senza troppe difficoltà. Un ragno scuro come la notte uscì dal tronco, e subito si trasformò in un uomo alto e affilato, con un mantello rosso, una spada al fianco e in testa un cappello da cui spuntava una rilucente piuma rossa.
“Vieni con me.” Disse il diavolo con un ghigno amichevole. Paracelso lo seguì. Si fermarono dinnanzi a una roccia e il maligno la colpì con forza con un fendente della sua spada. La pietra si divise in due e il diavolo scomparve in quell’apertura, quando riapparve portava con se due bottiglie.
“Ecco, il liquido giallo è la tintura d’oro, l’altro è il farmaco miracoloso; nessuna delle bottiglie si svuoterà mai, non importa quanto tu possa utilizzarle.” Il diavolo porse le bottiglie all’uomo, “E adesso tocca fare una visitina all’esorcista che mi ha cacciato in questa situazione”.
I due tornarono indietro fino al punto in cui il diavolo era stato liberato, ma prima di dividersi Paracelso, che nel frattempo aveva ragionato per trovare una maniera di salvare la vita al povero esorcista, disse: “Certo che questo esorcista dev’essere davvero potente se è riuscito a trasformarti in un ragno e a chiuderti all’interno di quel tronco.”
Il diavolo si sentì punto sull’orgoglio “è una sciocchezza trasformare qualcuno in un ragno”.
“Scommetto le due bottiglie che mi hai appena dato che tu non sei in grado di farlo.” Insistette Paracelso.
“Accetto la scommessa!”
E in un batter d’occhio il diavolo si trasformò nuovamente in un ragno nero, e si rintanò nella fessura da cui era uscito poc’anzi. Paracelso fu lesto nei movimenti e chiuse nuovamente il buco, e vi incise una croce che potesse rendere muto il diavolo.
Un paio di anni dopo Paracelso divenne il medico più famoso d’Europa. Curò molti pazienti con il suo farmaco e aiutò molte persone con la sua tintura dorata.
E termina qui l’articolo di questa settimana.
Ah, quasi dimenticavo, vi starete chiedendo “E il diavolo?”, beh se doveste camminare per i parchi di questa città io vi consiglierei di rimanere alla larga da qualsiasi pino!