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Misteri di Vienna “La Vergine del Danubio”

Eccoci arrivati all’ultimo articolo sulla bellissima città di Vienna. Ricordate? Ogni mese 4 articoli per ogni città europea, e siete voi stessi a poter scegliere la nuova città con dei messaggi in privato.

Dopo il nostro gallo, Paracelso e il basilisco chiudiamo il capitolo “Vienna” con una storia d’amore e mistero…sempre che non vogliate ascoltare altre storie austriache, giacché quella terra offrirebbe misteri per mesi e mesi.

Eccoci con il nostro racconto, una storia che potrebbe portare reminiscenze del fantastico racconto anderseniano, la Sirenetta, ma non esitiamo oltre.

Molto tempo fa il Danubio era diviso in vari affluenti, disegnando il paesaggio perfetto per la vita dei semplici pescatori viennesi, che vivevano nelle loro povere capanne di legno. E quando il Danubio ghiacciava essi si riunivano attorno a un focolare e narravano vecchie storie e leggende. Così, proprio una di quelle sere, un giovane pescatore ascoltò per la prima volta la storia della Vergine del Danubio.

Il padre stesso del giovane era intento a raccontare la storia della vergine che viveva in un palazzo di vetro in fondo al fiume. Insieme alla vergine viveva il principe del Danubio, padre della vergine. Ma il punto che catturò l’interesse di tutti gli astanti fu il finale, quando il narratore descrisse il desiderio della giovane di conoscere altre persone, desiderio che spesso la spingeva ad abbandonare le profondità acquatiche.

Misteri di Vienna La Vergine del Danubio

“Nelle giornate calde la bella vergine esce fuori dalle profondità del fiume e canta alla gente. La sua voce è così dolce e chiara che tutti ne rimangono incantati. Ma fai attenzione, figlio mio; spesso accade che dei giovani siano così attratti da quella dolce voce che essi sono perduti per sempre.”

Il giovane notò la faccia afflitta del padre, e perciò lo rassicurò, a lui non sarebbe accaduto nulla. Ma appena questa frase fu pronunciata un’improvvisa luce illuminò la stanza, ed ecco un’apparizione immobile di fronte alla porta; un corpo minuto con indosso un luccicante abito bianco, e una fluida chioma nera sulla testa, adornata da candidi gigli d’acqua. Padre e figlio fissavano il vero volto della bellezza.

“Non siate spaventati,” disse, “non sono qui per farvi del male. Sono qui solo per avvertirvi. Un forte vento del sud scongelerà presto il ghiaccio del Danubio, generando un’enorme inondazione che porterà con sé tutte le vostre capanne. Fuggite al più presto!”

Detto ciò la fantastica apparizione scomparve e il mondo ricadde nell’oscurità. Padre e figlio avvisarono i vicini e tutti preparano il necessario per fuggire verso un luogo sicuro. Non passò molto che tutto accadde  come la vergine del Danubio aveva predetto (perché l’apparizione non era altri se non la stessa vergine, ma spero che questo lo aveste capito anche da soli, mica posso fare tutto io).

Dopo qualche settimana il fiume tornò tranquillamente nel suo letto e i pescatori poterono fare ritorno nel luogo in cui sorgevano le loro capanne. Tornarono a costruirle con il cuore leggero, felici e grati di essere stati salvati da morte certa.

Misteri di Vienna La Vergine del Danubio

Solo il giovane pescatore non riuscì a tornare, desiderava vedere ancora la bellissima creatura del Danubio.

Egli prese a passare le notti sulla spiaggia, sognante, con lo sguardo perso nei gorghi delle acque. Suo padre conosceva il perché di tale comportamento, e cercò di farlo rinsavire, ma tutto apparve invano.

In un caldo giorno d’estate il giovane pescatore salì sulla sua barca e remò lento ma sicuro verso il centro del fiume. La mattina seguente i pescatori trovarono la barca completamente vuota, se non per una corona di gigli bianchi. Suo padre sapeva che il giovane non avrebbe mai più fatto ritorno. E da quel giorno la vergine del Danubio non fu mai più vista.

Quindi la morale del mistero di oggi è: per fortuna che il giovane aveva detto al padre di non preoccuparsi…vabbè, non è proprio una morale, ma le leggende non hanno morale, quelle sono le favole e questo non è un blog di favole.

A presto lettori.

 

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