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DonaMisteri di Madrid “Le Statue Maledette”
Come già detto nell’articolo della scorsa settimana, anche oggi tratteremo il palazzo reale di Madrid e alcune statue ad esso collegate.
Le statue di Madrid danno vita a varie leggende e misteri della città, come già abbiamo visto nel caso della stupenda Fuente del Ángel Caído.
Per chi non avesse letto l’ultimo articolo (che vi costa farlo?) l’attuale palazzo reale risale al XVIII secolo, e venne costruito sotto il regno di Filippo V, dopo che un incendio aveva raso al suolo il castello precedente.
Oggi il palazzo rimane praticamente identico alla magnifica costruzione del tempo, se non fosse per un solo particolare: l’assenza di ben 108 statue.
Filippo V, mentre la costruzione della nuova dimora procedeva, ordinò la creazione di statue raffiguranti ognuno dei re registrati nelle cronache dei distinti regni ispanici, a partire da Ataulfo, re visigoto, fino allo stesso Filippo con suo figlio Fernando VI, includendo anche gli imperatori romani di origine ispanica: Traiano e Adriano.
A quanto pare, però, a nessuno piacquero davvero queste statue, in quanto secondo molti esse rappresentavano i grandi regnanti del passato in posture violente, con abiti privi di qualsivoglia fedeltà storica, fisionomie errate e molte altre incongruenze.
In effetti le sculture vennero realizzate in brevissimo tempo, affinché fossero pronte per l’inaugurazione del palazzo, che però venne ritardata anno dopo anno a causa di differenti incidenti e tristi avvenimenti, alcuni dei quali potrete scoprire durante il nostro tour.
Filippo e la sua consorte, in attesa che il palazzo fosse terminato, vivevano a quel tempo nel palazzo del Buen Retiro. Si narra che, una notte in cui tutti riposavano tranquillamente, si udirono delle grida terribili che svegliarono l’intera servitù. Lo strano avvenimento si ripetette per ben quattro notti consecutive, finché alcuni servi, in cerca di una spiegazione, si diressero verso la fonte delle urla.
A gridare era la stessa regina, Elisabetta Farnese, seconda moglie di Filippo, che nella tranquillità della sua camera supplicava suo marito affinché non collocasse le statue sulle balaustre del castello.
Elisabetta spiegò al re, per l’ennesima volta, che quelle statue non potevano essere collocate. Filippo cercava di tranquillizzarla chiedendo una spiegazione, ma la regina era inamovibile, le statue dovevano essere portate via.
Convocò in tutta fretta uno dei servi e gli spiegò che le statue non potevano essere posizionate. Il re assieme al servitore tentò di farla rinsavire, spiegandole che ormai erano già pronte le impalcature e ogni statua era costata circa mille reali, ma la regina non voleva ascoltare spiegazione alcuna: esse dovevano sparire.
Nelle ultime quattro notti aveva sempre avuto la stessa visione in cui la terra tremava brutalmente fino a far cadere al suolo in mille pezzi le effigi dei passati re.
Il re continuava a non comprendere, ma la regina gli spiegò il significato nascosto dietro questo incubo, un avviso che entrambi avrebbero fatto meglio ad ascoltare.
La regina sapeva che il sogno le stava prefigurando il futuro nefasto della sua progenie. I loro figli, nonostante avrebbero indossato la corona reale, sarebbero presto stati detronizzati.
Non sappiamo se il re credette mai alle parole della moglie, o se semplicemente la ascoltò per riuscire finalmente a dormire in pace, sta di fatto che quella stessa notte la richiesta della regina giunse a coloro che avrebbero dovuto collocare le “statue maledette”.
Nonostante la fretta con cui il palazzo era stato richiesto, Filippo V non fu mai in grado di abitarvi, e neppure il suo successore Fernando VI. Fu Carlo III, figlio anch’egli di Filippo, il primo ad adoperarlo come sua dimora.
Carlo, di gusto maggiormente neoclassico, ordinò che quelle statue, di chiara estetica barocca, venissero conservate in un seminterrato, lontane dalla sua vista, soddisfacendo così definitivamente il desiderio materno.
Fortunatamente, dopo vari anni, le statue furono riportate alla luce, ma non furono mai collocate sulle balaustre del palazzo, come il progetto iniziale prevedeva. Esse possono essere viste oggi per la maggior parte nel parco del Retiro e in plaza de Oriente, al lato del palazzo.
Alcune di queste statue, però, si trovano un poco più distanti, in una città conosciuta per i suoi tori (o per la canzone di Fabri Fibra…dipende da come lo si voglia vedere): Pamplona.
Oggi, dopo secoli dall’avvenimento, possiamo affermare che la visione di Elisabetta non si avverò. I figli dei monarchi regnarono in Spagna a lungo, talmente a lungo che oggi Filippo VI non è altri se non un lontanissimo discendente di coloro che ordinarono la costruzione del palazzo reale.
La maledizione delle statue maledette fu apparentemente rotta, o se vogliamo essa fu solamente una elucubrazione mentale della regina, ma ciò non lo sapremo mai con certezza…perlomeno finché qualcuno non decida di riportare tutte le statue nel castello.