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DonaMisteri di Madrid “La Casa de las Siete Chimeneas”
Uno, due…tre…quattro, cinque, sei e sette, sette comignoli.
Sì, sono proprio sette i comignoli che spuntano dalla casa de las siete chimeneas, particolarità che conferì nell’uso quotidiano il peculiare nome a questa casa piena di storie e di mistero.
L’antica costruzione, risalente al XVI secolo, si trova nel quartiere Chueca, in Plaza del Rey, a pochi metri da Gran Via. Passando per di lì la riconoscerete facilmente per la sua facciata di mattoni rossi, e per i suoi…sette comignoli naturalmente.
La casa venne costruita sotto la reggenza di Filippo II per ordine del medesimo re, o perlomeno questo è ciò che conta la leggenda. Si narra che Filippo volle un luogo in cui celare i suoi segreti amorosi.
L’amore per una giovane dama di palazzo, la bella Elena, lo spinse a farle dono di questa magione affinché le male lingue non distruggessero l’idillio del loro sentimento. Ma le sue frequenti visite non passarono inosservate, perciò per azzittire il tutto la diede in sposa a uno dei suoi ufficiali, il capitan Zapata.
Ciò che Filippo non aveva preso in considerazione è che tra la giovane e il suo ufficiale potesse nascere un amore così forte da allontanarlo dalle grazie di Elena.
Il dolce matrimonio, però, ebbe vita breve, dato che Zapata fu chiamato a combattere nei Paesi Bassi, e qui trovò la morte durante la famosa battaglia di San Quintino.
La bella Elena languiva tra lacrime e lamenti, non dormiva e a malapena mangiava. Il suo dolce sguardo si spense tra le pene dell’amore, ma non prima di dare alla luce una bambina.
Non tutte le fonti confermano l’esistenza di questa bambina, come allo stesso modo non si è certi che Elena si sia spenta a causa di una morte naturale. Alcuni servi raccontarono di aver visto sul suo corpo i chiari segni di una lotta: ciò che aveva ripudiato per sempre la giovane nell’Ade erano le fatali ferite inferte da un pugnale.
Circolarono voci sul fatto che lo stesso re avesse ordinato la sua morte, per nascondere la nascita di una prole che avrebbe potuto generare problemi di successione.
Il padre, però, fu colui che venne accusato del terrificante atto e ciò portò a un’altra morte dolorosa. L’uomo, non si sa se per i sensi di colpa o se per la pressione data dall’opinione pubblica, si impiccò poco tempo dopo ad una trave della stessa casa in cui sua figlia aveva reso l’anima al cielo.
Tali avvenimenti spinsero Filippo II ad avviare un’investigazione per chiarire cosa fosse realmente accaduto alla bella Elena, ma enorme fu il suo stupore quando il corpo non fu trovato in alcun luogo.
L’anima, e ora anche il corpo della giovane, erano svaniti, non lasciando alcuna traccia dietro di sé.
Passarono gli anni e i cittadini avevano quasi dimenticato i tristi avvenimenti della sventurata casa, quando una spettrale apparizione ridestò l’attenzione di tutti.
Quando il sole spariva all’orizzonte e la luna si alzava alta nel cielo proiettando ombre apparentemente provviste di vita propria, sul tetto della casa de las siete chimeneas appariva una donna bellissima, coperta da un tessuto candido e vaporoso.
La giovane camminava sicura su quel tetto incantato fino a dirigersi verso il punto in cui svettava in lontananza l’alcazar, si poneva in ginocchio e prendeva a colpirsi il petto, prima di tornare a sparire nella penombra in cui era magicamente apparsa.
I cittadini tornarono a parlare della misteriosa casa che, nuovamente, non lasciava tranquilli i loro sonni. Si disse che la ragazza fosse la figlia di Elena e dello stesso re, che ogni notte, spettro o donna che fosse, si dirigeva nella sua follia a colpevolizzare, con tristi lamenti, il re che l’aveva abbandonata a tale destino.
Ma un’altra spiegazione a quell’apparizione spettrale sarebbe giunta qualche secolo più tardi.
Il 1800 si aprì all’umanità con una totale fede nella ragione. L’illuminismo del secolo precedente aveva spazzato via d’un sol colpo qualsiasi credenza non dimostrata scientificamente, ma…
…Siamo proprio sicuri che tutto possa essere davvero spiegato in questo mondo?
Questa deve essere la domanda che si posero gli addetti ai lavori di riabilitazione nella casa de las siete chimeneas, ripensando alle leggende di spettri dei secoli precedenti.
Correva appunto il XIX secolo, e la banca di Castiglia aveva avviato dei lavori di riforma per il vecchio edificio, quando la leggenda e la storia si fusero tremendamente in un unico terribile ritrovamento: lo scheletro di una donna accanto ad alcune monete d’oro risalenti al XVI secolo.
A chi appartenevano quei resti? Erano della bellissima Elena, il cui corpo disparve senza lasciar traccia alcuna? O erano della giovane che ogni notte appariva su quel tetto? La figlia dello stesso re? E chi li aveva sotterrati? Il padre di Elena, un altro uomo o lo stesso Filippo II?
Purtroppo non avremo mai risposte certe a queste domande, ma in fondo ai morti è meglio non porre quesiti.