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DonaIl Lato Oscuro di Segovia
Per coloro che vivono a Madrid, o che vi sono semplicemente di passaggio per un periodo abbastanza lungo, è d’obbligo visitare le stupende città vicine, che possono essere raggiunte in poco più di un’ora e che nascondono storie antichissime e leggende misteriose.
Una di queste città è Segovia, capoluogo della provincia omonima.
Segovia vi attende a solo un’ora da Madrid, ma vi avverto che attraversando le sue strade potreste percepire degli inquietanti brividi corrervi lungo la schiena…e questo non solo per le basse temperature che la caratterizzano.
I monumenti che maggiormente meritano di essere veduti sono la cattedrale, l’alcazar e l’acquedotto romano.
L’alcazar nasconde una storia che ci riporta alla nostra infanzia, a uno dei cartoni animati più amati della storia, al primo grande lungometraggio del genio Disney. Sì, perché si narra che Walter Disney visitò Segovia e rimase impressionato dalla bellezza della dimora dei re cristiani, tanto che grazie a questo ricordo creò qualche anno più tardi il castello di Biancaneve. Di ciò non vi sono testimonianze scritte, ma se comparate i due palazzi la somiglianza è troppo marcata per non affermare che sicuramente alcune reminiscenze di quel soggiorno vennero alla mente del grande artista al momento di disegnare.
Ma mentre l’Alcazar con le sue storie vi porterà in un mondo fatato, non è così per l’acquedotto romano di Segovia, che nasconde una leggenda molto più oscura.
Le genti medievali videro tale magnificenza come una costruzione che nessun popolo esistente avrebbe potuto generare. Gli oltre 15 Km di lunghezza dell’acquedotto erano visti come un prodotto che avrebbe potuto creare solamente un’entità divina …o un’entità diabolica.
La leggenda narra di un tempo in cui la zona alta di Segovia aveva un accesso estremamente difficoltoso all’acqua, perciò gli abitanti, per usufruirne, dovevano percorrere un lungo cammino fino all’esterno della città. Tra tutti, una giovane era costretta ad affrontare il tragitto ogni giorno, e anche se la cosa poteva essere accettabile all’andata, tornare con il secchio ricolmo era un duro lavoro.
Un giorno, perciò, la giovane esclamò a gran voce “Darei qualsiasi cosa affinché l’acqua giungesse fino alle porte della città e io non dovessi più fare ogni giorno questo lungo tragitto”.
Il diavolo, come sappiamo, soffre della stessa malattia da cui è affetta ogni entità divina sin dalla notte dei tempi, il voyeurismo, cosicché non appena la giovane proferì quelle parole le apparse sotto le spoglie di un composto signore.
Il diavolo disse alla giovane che avrebbe potuto rendere reale il suo desiderio, ma purtroppo questa non possedeva molti beni a cui era interessato, quindi propose di svolgere l’arduo lavoro in cambio, semplicemente, della sua anima.
La giovane ancora sconcertata da quella apparizione accettò, credendo che in fondo la sua anima non avesse chissà quale valore, ma quando vide che l’uomo abbozzò un sorriso diabolico ebbe la prontezza di aggiungere un piccolo particolare prima di concludere il patto con una stretta di mano: la costruzione avrebbe dovuto essere terminata prima che il sole fosse apparso all’orizzonte.
La giovane tornò a casa pensando che quella visione fosse stata solamente una fantasia. Nel mettersi a dormire si girava e rigirava tra le lenzuola, incapace di trovare pace, ancora scossa dallo strano uomo che aveva richiesto la sua anima, perciò si alzò e si avvicinò alla finestra, dove scorse una scena che le gelò il sangue.
Il diavolo, avvolto dalle fiamme, dava ordini a centinaia di altre creature infernali che con estrema rapidità stavano costruendo un enorme acquedotto, un acquedotto che avrebbe finalmente portato l’acqua in città…e che avrebbe dannato l’anima della giovane per l’eternità.
La ragazza prese a pregare. Con tutte le sue forze chiese a Dio di perdonarla per il suo atto avventato, ma apparentemente nessuno ascoltava i suoi lamenti e la fine della costruzione si avvicinava inesorabilmente.
I diavoli iniziarono a festeggiare. Mancava ancora molto al sorgere del sole e una sola pietra avrebbe terminato l’acquedotto. La giovane piangeva disperata. Un diavolo era sul punto di posizionare l’ultimo masso. Tutto ad un tratto, però, la figura infernale fu colpita sul volto da un raggio di sole. Dio aveva ascoltato le preghiere della giovane e con un miracolo aveva anticipato l’alba.
Il diavolo non fu in grado di terminare il lavoro prima del momento pattuito, perciò, sconfitto, abbandonò la città. Al posto della pietra mancante, a memoria imperitura dell’evento che salvò un’anima innocente, fu posizionata la statua della Vergine che molti indicano come la Vergine della Fuencisla.
Nonostante il grande interesse che possa suscitare il personaggio del diavolo, come ben capiamo la storia è un’invenzione medievale che toglie qualsiasi merito ai nostri predecessori, il popolo romano che costruì in questa splendida città una meraviglia di ineguagliata prodezza architettonica.
Ma è pur sempre un piacere visitare la città con queste piccole suggestioni magiche in mente. Perciò vi invito ad avventurarvi nei vicoli di Segovia per una gita di qualche giorno, e se seguirete il mio consiglio dovreste provare a pernottare nell’hotel Ayala Berganza, conosciuto anche come la Casa del Crimine.
Qui, infatti, nel 1892 un ricco signorotto segoviano fu assassinato insieme alla sua domestica…e come se ciò non fosse abbastanza la sete di sangue degli assassini li portò a fare fuori anche il piccolo Jack…il gatto di casa.
Da allora sono in molti i turisti che affermano di percepire strane presenze e rumori inconsueti in alcune stanze.
Mi sembra che i motivi per visitare Segovia ci siano tutti, non vi resta altro che preparare le valigie e partire. Per oggi non ho altro da raccontare, perciò mi sembra interessante chiudere l’articolo con una breve domanda: Perché uccidere Jack???