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Misteri di Madrid “La Testa Innocente”

Chi è che sa di che siamo capaci tutti

Vanificato il limite oramai

Vanificato il limite

Si avvicina l’inverno

Soffice crepitio sulla terra

Pomeriggio dolce assolato terso

Così cita un’interessante canzone titolata “Memorie di una testa tagliata”, una canzone che ci porta alla storia della scorsa settimana, e in maniera metaforica anche alla storia di oggi.

L’articolo di questa settimana, insieme a quello della prossima, ci narrerà le vicende di uno dei più importanti monumenti di Spagna, il Palazzo Reale di Madrid.

Il Palazzo Reale sorge nei terreni situati tra i pendii di San Vicente e San Francisco el Grande, terreni che, racconta la tradizione, furono abitati da streghe, duendes e fantasmi, che apparentemente iniziarono a manifestarsi durante il regno di Alfonso VI, nel secolo XI, e durante la costruzione dell’antico palazzo, nel XVI secolo, in pratica nei momenti in cui il loro sonno veniva disturbato.

Si narra che molte persone morirono inspiegabilmente intorno a quella zona, ma l’avvenimento più catastrofico avvenne il 24 dicembre 1734. Mentre Filippo V si trovava nel palazzo del Buen Retiro, un incendio prese misteriosamente vita, divorando l’intero castello. L’incendio fu talmente violento che fu spento solamente dopo 4 giorni.

Di fatti strani, come vediamo, ne sono accaduti, sarà questo il motivo per cui la famiglia reale non vive oggigiorno in questo palazzo, bensì nel Palacio de la Zarzuela?

Comunque sia, una volta che il vecchio castello bruciò completamente, Filippo v, primo re Borbone, che non apprezzava minimamente l’antica dimora (che casualità il fatto che il castello abbia preso fuoco proprio sotto la reggenza di colui che non ne sopportava la vista), ne approfittò per far costruire un nuovo palazzo che seguisse la moda dell’epoca.

 

Filippo ordinò ai suoi consiglieri di portare al suo cospetto l’architetto più celebre del momento, e nonostante il progetto fu iniziato da Juan Bautista Sacchetti, fu un altro colui che lo terminò: Francesco Sabatini, un italiano.

Il re Filippo ordinòla costruzione del palazzo più lussuoso del mondo, l’architetto non avrebbe dovuto avere alcuna preoccupazione finanziaria, sarebbe stato speso tutto il denaro necessario. Il buon uomo accettò e il magnifico palazzo fu terminato prima del previsto, con grande soddisfazione per parte del re.

Tale fu la soddisfazione di Filippo che invitò l’artefice di questa meraviglia a pranzare alla sua tavola, dove gli chiese un ultimo favore. Il re domandò all’artista se potesse costruire un altro palazzo uguale a quello, e questi rispose che sì, che con la sua arte avrebbe potuto costruirne uno perfino migliore.

Adesso, come potete immaginare, rispondere in questo modo non fu una cosa propriamente intelligente. Poteva pur essere il più grande architetto d’Europa, ma in quanto a comprensione dei regnanti aveva ancora molto da imparare…e lo avrebbe imparato presto.

Il re, infastidito dalla possibilità che altre persone potessero avvalersi di un palazzo bello quanto il suo, se non addirittura migliore,  cercò di estirpare alla radice questo timore, offrendo all’architetto un’ingente somma di denaro, affinché non riproducesse mai più vita natural durante un palazzo simile a quello di Madrid.

L’architetto, però, non accettò. Nuovamente…aveva molto da imparare.

Dato il rifiuto, il monarca, accecato dall’avarizia ordinò di arrestarlo, ma non si limitò a questo. Ordinò che gli venissero cavati gli occhi e tagliate le braccia, affinché non potesse mai più dirigere alcun progetto. L’architetto, però, avrebbe potuto indicare ad altri i metodi di costruzione, perciò, come ultima offesa, gli venne tagliata la lingua.

Il re lo tenne per anni vivendo al suo fianco, in una stanza del palazzo, con le più premurose attenzioni e accerchiato da ricchezze enormi. Si narra addirittura che lo lasciasse sedere al suo fianco ogni mattina, accudito da decine di servitori.

 

Fu così che ebbe fine la vita del povero architetto, colpevole di aver costruito un palazzo magnifico, il più grande dell’Europa Occidentale (anche più grande della Reggia di Versailles) e uno dei più grandi al mondo, con un’area di 135000 metri quadrati e ben 3418 stanze.

Forse dopo questo racconto, la prossima volta che passerete lì davanti, osserverete questa costruzione con occhi diversi (voi che li avete, non come l’architetto), ma vi chiedo di fare attenzione a un particolare della sua facciata. Se guarderete attentamente noterete che i frontoni dei balconi sono adornati con teste di pietra.

Una di queste teste raffigura proprio l’architetto di cui ho narrato. Probabilmente il re prese coscienza dell’ignominia del suo gesto, perciò volle onorare in modo imperituro colui che venne punito per nessun altro motivo se non la sua maestria.

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